In un lontano villaggio hawaiano, situato sull’isola Oahu, circondato dal blu immenso dell’oceano e dal verde intenso delle palme, viveva nella sua umile dimora Kai, una bimba dai lunghi capelli neri ondulati come le onde del mare che ornava ogni giorno con fiori di Ibisco gialli e rosa e dagli occhi scuri come le intense notti delle Hawaii. La dolce bambina viveva la sua vita tranquilla in compagnia di sua madre Lani, una donna giovane dai modi gentili e da un animo altruista, era infatti sempre pronta a dare una mano a chiunque si trovasse in difficoltà.
Kai amava molto gli animali, erano i suoi miglior amici, gli unici in grado di restituirle l’affetto che desiderava. Sebbene avesse solo otto anni, la vita aveva già messo a dura prova la piccola bambina costringendola a dover fare i conti con una delle sensazioni più difficili e insidiose da sopportare: l’assenza. In una notte di fine febbraio, Nakoa, il padre di Kai, abile pescatore, uscii per il mare aperto con il suo peschereccio guidato dalla luna e dalla speranza di poter portare a casa un sostanzioso bottino in modo da garantire sostentamento alla sua umile famiglia. Sembrava essere una nottata tranquilla quando improvvisamente il clima iniziò a cambiare e un’anomala tempesta si abbatté sul pover uomo che venne travolto da un’enorme onda alta diversi metri che, con la sua inarrestabile furia, lo inghiottii trascinandolo con se negli oscuri abissi dell’oceano. Al mattino seguente venne ritrovato il peschereccio ma del buon Nakoa si persero completamente le tracce.
All’epoca, Kai aveva poco più di due anni e non poteva assolutamente ricordare nulla del suo amato papà, ma lo conosceva attraverso i racconti amorevoli della sua adorata mamma Lani. Ogni faccenda quotidiana parlava di Nakoa e ogni qualvolta Kai chiedeva alla mamma dove si trovasse suo padre lei le sorrideva dolcemente e le diceva che dall’immensità del cielo, suo padre vegliava costantemente su di lei, soprattutto attraverso la luna.
Con questo pensiero, Kai viveva confortata dall’idea di essere sempre protetta dal suo speciale angelo custode. Nonostante ciò, la mancanza della presenza fisica di un padre rappresentava per lei un triste fardello da portare con sé ogni giorno, soprattutto quando usciva da scuola, quando c’era da riparare qualsiasi cosa o in alcune ricorrenze speciali in cui l’assenza si faceva sentire prepotentemente, generando nella piccola un senso di vuoto incolmabile.
Come poteva essere avere un papà vicino?
Questa era la domanda che più spesso si poneva la dolce Kai. Bisognava lavorare di fantasia e così, attraverso l’immaginazione, disegnava continuamente attimi in cui giocava o correre nel verde con il suo papà, con la mente cercava di ipotizzare quale potesse essere la sua voce o quanto rassicurante potesse essere un suo abbraccio. Tutto ciò era solo un’evidente e silente sofferenza di una bambina a cui era stata negata la possibilità di conoscere un amore speciale.
Una notte, mentre il suo villaggio era avvolto da un immacolato silenzio che permetteva di udire solo il suono magico delle onde in lontananza, Kai uscii di casa e si accoccolò sulla panchina in giardino. L’aria più fresca della notte dava sollievo e alle volte le bastava respirare un po’ di tranquillità per riuscire a perdersi in sogni meravigliosi.
Guardando verso il cielo vide la luna, grande e luminosa, tanto da sembrare un faro nell’oceano. Kai la guardò intensamente, come a voler catturare tutta quella magia. In quel preciso momento ricordò una storia che la mamma le aveva raccontato spesso prima della nanna, ovvero che la luna fosse in grado di esaudire i desideri più profondi e sinceri, soprattutto dei più piccini.
Così, guardando la luna con tutto l’amore possibile e congiungendo le manine, come se fosse in preghiera, sussurrò, con il cuore colmo di speranza, il suo desiderio.
«Oh luna piena, se davvero puoi esaudire i desideri più sinceri di noi piccini, fa che io possa conoscere e abbracciare almeno una volta il mio papà.»
Improvvisamente, dinanzi agli occhi increduli della piccola, la luce della luna sembrò intensificarsi sempre più, avvolgendola con un fascio di luce come fosse un abbraccio intriso di calore e serenità. La luce iridescente costrinse Kai a chiudere gli occhi e quando alcuni istanti dopo li riaprii, si ritrovò in un luogo incantato dove il tempo sembrava sospeso. Dalle verdi palme apparve lentamente una figura maschile che, seppure non avesse mai visto prima, le sembrò familiare. Un uomo alto dai colori scuri e dal sorriso gentile la salutava e piegandosi sulle ginocchia, spalancando le sue braccia, la invitava ad avvicinarsi. Ci volle poco per la piccola Kai per capire chi fosse quell’uomo e non poté far altro che gridare con gioia una sola parola, quella che aveva sempre desiderato pronunciare «Papà».
Corse velocemente verso suo padre mentre il leggero venticello muoveva i suoi capelli come le onde del mare e ogni passo era un’esplosione di gioia, un piccolo salto di entusiasmo, finché finalmente si gettò con le sue piccole braccia attorno al collo di quell’uomo lasciandosi avvolgere da un abbraccio che aveva sognato da sempre.
Non aveva bisogno di parole:attraverso quel contatto Kai percepiva quanto fosse forte il legame che gli univa e che era cresciuto nel tempo nonostante la distanza fisica. Tuttavia, aveva la possibilità di esaudire un altro desiderio, conoscere la voce di suo padre così, allontanandosi solo un po’, in modo da poterlo guardare negli occhi disse
«Anche se non mi hai detto nulla, io so benissimo che tu sei il mio papà!»
«Eh da cosa lo hai capito» chiese Nakoa incuriosito.
«Dal luccichio dei tuoi occhi!» suo padre rispose con un sorriso immenso e Kai proseguì «Vedi, sono cresciuta bene?»
«Certamente tesoro, ma sappi che in tutti questi anni, non ho mai perso un solo secondo della tua vita. Ti ho visto crescere, giocare, sorridere e anche piangere. Quest’ultima cosa ha reso triste anche me perché, seppur sempre presente, tu non potevi vedermi ed io non riuscivo a consolarti. Lo facevo in un altro modo però!»
«Eh come?» chiese stupita Kai.
«Beh, attraverso il vento cercavo di farti solletico o con l’aiuto del mare cercavo di riprodurre suoni rilassanti. Attraverso il sole e la luna veglio su di te dall’alto e quando ti perdi con lo sguardo nel vuoto, attraverso una farfalla colorata, vengo a posarmi sul tuo dolce nasino, facendoti sorridere e così sorrido anche io.»
«Davvero puoi fare tutto questo papà?»
«Certo tesoro mio, io sono sempre con te»
I due si abbracciarono nuovamente per poi correre e giocare nel verde proprio come Kai aveva immaginato da sempre, raccontandosi e ridendo mentre il mondo intorno era solo un sussurro lontano. All’improvviso, iniziò a farsi spazio una luce calda e potente come era accaduto subito dopo aver espresso il desiderio. Kai dovette chiudere gli occhi per la troppa luce mentre udii la voce del padre che le sussurrava qualcosa.
«Kai, figlia mia, sarò sempre con te. Il nostro amore non avrà mai fine. Aloha!»
Quando Kai riuscii ad aprire nuovamente gli occhi si guardò intorno. Era sulla panchina davanti casa, illuminata dal chiarore della luna. Suo padre non c’era più ma si sentiva pervasa da una nuova sensazione. Aveva ricevuto dalla luna un dono prezioso, il suo desiderio incontenibile di conoscere suo padre non rappresentava più un vuoto nel cuore, bensì un tesoro da custodire.
«Grazie luna!» sussurrò Kai mandando un bacio verso il cielo.
Da quel giorno Kai visse la sua vita con una luce diversa e la gioia nel cuore. Aveva capito che il legame con un genitore non conosce confini temporali. E ogni notte in cui la luna regnava nel cielo lei la guardava intensamente sapendo benissimo che suo padre era lì a vegliare su di lei.

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