Biglietto 12B - di Giovanna Santaarsiero


 

Aosta, 09 dicembre 2025.

La neve fioccava, coprendo sotto il suo candido manto, ogni cosa, anche l’antica stazione ferroviaria, chiusa ormai da decenni, della quale emergevano solo in parte i binari arrugginiti, rilasciando nell’aria un forte odore di ferro che andava in contrasto con la purezza del paesaggio innevato.

A diversi metri da lì, Claudia Rossi, camminava fra le strade bianche della città, avvolta dal suo pesante cappotto di lana borgogna.

Il capo coperto da un cappello di lana grigio, in tinta con i guanti e lo sciarpone, che lasciava scoperti solo i suoi grandi e vispi occhi verdi, attenti su dove mettesse i piedi, per evitare uno scivolone che le sarebbe costato una brutta contusione.

Avanzava con una certa sveltezza, nonostante il tappeto bianco: quella mattina era in ritardo con l’apertura della sua libreria.

Una volta lì, accese la luce, azionò i caloriferi e si svestì, pronta a dare il via ad una nuova giornata lavorativa.

L’aria festosa del Natale era viva e la neve rendeva tutto più magico.

Sostò per qualche minuto davanti la vetrina, incantata dal paesaggio.

Chissà se sarebbe stata una giornata produttiva quella? – pensò fra sé.

Dopo aver sistemato alcuni addobbi, Claudia si diresse verso gli scaffali e cercò di ordinare meglio i volumi che erano arrivati pochi giorni prima e che non era ancora riuscita a sistemare sugli espositori.

Fortunatamente arrivarono diversi clienti, tutti con l’intento di fare un dono speciale ai propri cari. La cosa la meravigliò profondamente: nonostante la tecnologia, c’era ancora chi amava l’odore e il contatto con la carta.

Prima di andare via, decise di portare con sé un romanzo a cui era molto affezionata: lo Schiaccianoci. Lo teneva riposto in un luogo segreto della libreria. Era un regalo del suo amato papà, che amava rispolverare in prossimità delle feste natalizie, per sentirlo più vicino.

Dopo cena, si sistemò sul divano, di fronte al camino acceso e iniziò a leggere. Con lo sfogliare le pagine, si ritrovò di fronte ad un biglietto ferroviario: Treno 714, posto 12B, partenza 24 dicembre 1983, ore 23:45.

La data la colpì: corrispondeva alla notte in cui suo padre, Carlo Rossi, scomparve senza lasciare traccia.

Eppure, in tutti quegli anni, Claudia aveva sempre letto quel romanzo e non aveva mai trovato quel biglietto.

La mattina successiva, dopo aver consumato la colazione, Claudia si preparò per uscire, ma quando aprì la porta, trovò un biglietto. Lo aprì e lesse: “Tutti i viaggi hanno destinazioni segrete di cui il viaggiatore non è consapevole” – di Martin Buber.

Leggendo quelle parole Claudia rimase interdetta, dato che le ripeteva spesso suo padre. Certamente non poteva essere lui il mittente di quel biglietto, o forse si?

Allontanò velocemente quel pensiero, decidendo che era solo il frutto di uno scherzo di cattivo gusto.

Nei giorni successivi, però, continuò a ricevere altri biglietti contenenti frasi e citazioni di libri che suo padre amava. Tutti portavano la stessa firma: 12B.

L’ultimo, che ricevette il 23 dicembre, riportava delle coordinate che la condussero all’antica ferrovia abbandonata. Arrivata lì, Claudia ritrovò un orologio da tasca appartenuto a suo padre e un registro ferroviario che riportava partenze mai avvenute. Scoprì che il treno 714, indicato sul biglietto che aveva rinvenuto nel romanzo dello Schiaccianoci, non esisteva: era un convoglio fantasma, usato negli anni Ottanta per trasferimenti segreti.

Decise di andare via da lì ma, una volta a casa, viene invasa dal passato. Ricordi sfocati divennero sempre più vividi e così sentì la voce di suo padre sussurrarle di non salire mai su un treno; vide l’immagine di sua madre intenta a bruciare vecchie foto e un uomo, avvolto da un cappotto grigio, che la osservava da lontano.

La sera della vigilia di Natale, esattamente 42 anni dopo la scomparsa di suo padre, Claudia ritornò alla stazione.

La neve cadeva fitta e il silenzio era sovrano.

Si strinse nelle braccia per avvertire meno freddo. Poi all’improvviso, un fischio lontano,ruppe il silenzio. Sul binario 3, un treno apparve nella nebbia: luci accese, porte aperte, nessun passeggero.

Claudia ci salì, spinta da un impulso che non comprese. Il treno partì, ma non sembrava muoversi nello spazio. Sulle vetrate dei finestrini iniziarono a scorrere scene del passato, frammenti della notte in cui suo padre era scomparso.

Carlo era un ingegnere ferroviario. Era ossessionato da un guasto inspiegabile che sembrava ripetersi sempre alla stessa ora. Quella notte ricevette una telefonata anonima in cui qualcuno gli comunicò di salire sul treno 714 al posto 12B, così da scoprire la causa. Claudia rimase interdetta.

Quel treno era un esperimento, parte di un progetto segreto per testare un sistema di comunicazione quantistica tra stazioni. Qualcosa andò storto: il treno scomparve dai radar per pochi minuti, ma quando riapparve, i passeggeri non c’era più.

All’improvviso, venne avvolta da una luce evanescente che la costrinse a chiudere gli occhi. Quando li riaprì si trovò sola sulla banchina con in mano il biglietto 12B. Il treno era sparito ma davanti a lei, sul tabellone, comparve una nuova scritta: Prossima partenza – 24 dicembre 2025 – Treno 714.


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