Poesie in fumo - Giuseppe Pace

 


Recensione a cura di Giovanna Santarsiero


POESIE IN FUMO – di Giuseppe Pace

Nascere, un dono che alle volte può rivelarsi una condanna, un atto naturale che conduce alla vita del tutto involontario. A cosa dobbiamo la fortuna di germogliare in un posto privilegiato del mondo in cui non si è costretti a vivere con il terrore costante, che segue come un’ombra, di essere colpiti da una bomba piuttosto che da uno sparo? Ma soprattutto, l’indole umana può davvero cambiare?

Indole umana, la poesia che poniamo sotto osservazione oggi che fa parte della raccolta Poesie in fumo, di Giuseppe pace, un talentuoso ragazzo dalle mille sfaccettature originario della Lucania che si è lanciato nel mondo della poesia per trasmettere i suoi pensieri più intimi, ci conduce in un viaggio introspettivo mettendo alla luce un triste dato di fatto: l’essere umano finisce sempre con il farsi e fare del male.

“Forse non si potrà mai cambiare” con questo verso si snoda un ragionamento intimo che l’autore fa con se stesso ma che nel corso del suo svilupparsi si tramuta in un messaggio intriso di speranza e desiderio verso un cambiamento rivolto al lettore.

Nella prima parte della poesia, egli mette alla luce eventi che da sempre accompagnano il mondo come le guerre e il continuo recare sofferenze altrui. Bambini costretti a conoscere l’odore del sangue anziché gonfiare di gioia palloncini, come accade in altre parti del mondo.

Da qui, la riflessione sull’essere fortunato ad essere nato nel posto giusto, quello in cui, quantomeno, non si è costretti a combattere una guerra militare. Da qui però viene posta alla luce un’altra guerra, quella che quotidianamente l’essere umano è costretto a fare a causa di un mondo superficiale che con giudizi pungenti e superficialità riesce a ledere l’animo di chi è diverso o comunque non rientra negli standard per essere definito “a passo con i tempi”, tempi che creano forti discriminazioni partendo sempre da un’indole intrisa di quel male che l’essere umano proprio non riesce a togliersi di dosso.

L’autore, infatti, paragona gli esseri umani come cani da combattimento messi in un’arena lasciati lì a massacrarsi in quanto in ognuno di essi il male primeggia, troppo deboli alle tentazioni e al sentirsi superiori. Il quadro di un mondo che tra guerre e no, non fa altro che generare dolore.

Nella seconda parte della poesia c’è un cambio di registro in cui prende piede quel desiderio di libertà dal male che può condurre verso un mondo migliore fatto di sorrisi che prevalgono sui giudizi, di pace anziché guerre, di amore. Una sorta di esortazione alla purificazione dell’anima per spogliarsi di quell’indole malsana e scegliere la luce, anziché le tenebre.

Un’intensa poesia come tutte quelle che troverete nella raccolta Poesie in fumo acquistabile su Amazon, di seguito il link e la poesia per poterla leggere e apprezzare.

 

Indole umana

Forse non si potrà mai cambiare

Il fatto che l’uomo

Ha l’indole di farsi del male

Credere a un mondo

Dove c’è pace

Dove i bambini non vedono sangue

Ma palloncini da gonfiare

È impossibile da immaginare

Siamo fortunati

A non essere noi quelli da odiare

Siamo pedine di carne

Siamo cani da combattimento messi in un’arena

Mentre qualcuno da li su ci sta a guardare

Siamo sangue

Sangue che a turno dovrà colare

Non te lo sto neanche a spiegare

Un mondo libero

Dove ci guardiamo per strada

Con un sorriso e senza giudicare

Senza sparare

Dove i nostri occhi non vedono differenze

Perché ripuliti dal male

Baciamoci

E smettiamola di farci del male

Dissociamoci dall’indole umana

A cui piace farsi del male.

Giuseppe Pace

 

Giuseppe Pace trascorre la sua infanzia ed adolescenza in Lucania. A 16 anni “scappa” a Cracovia con il progetto Intercultura, tornato in Italia si diploma al Liceo Artistico, indirizzo scenografia. Si trasferisce a Milano, dove si laurea in Mediazione Linguistica e Culturale. Arriva in Belgio grazie al progetto Erasmus, dove ritorna dopo la pandemia per conseguire un master in Global Management. Seguono i primi lavori, routine sballate, viaggi last minute e poesie frutto di un processo creativo alterato ed istintivo. Nasce così Poesie in fumo, una raccolta di poesie scritte di getto in una mansarda di Aversa. La consapevolezza ritrovata è l’inizio di un nuovo viaggio da qualche parte del mondo esterno, portale di accesso a un mondo ancora più grande, più libero: quello che ha dentro.


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