La strage di Via D'Amelio - articolo a cura di Giovanna Santarsiero
"Chi ha paura muore ogni giorno. Chi non ha paura muore una volta soltanto"
Inizio così l' articolo in ricordo di un uomo che non ha mai smesso di credere nella giustizia, quella onestà che non si lascia corrompere, che resta fedele ai principi e ai valori reali ed autentici. Un uomo che si è speso e che ha sempre camminato a testa alta, parlo di Paolo Borsellino, un nome il suo che mai verrà dimenticato e che continuerà ad echeggiare nel tempo.
Il 19 luglio del 1992, intorno alle ore 16:58, la fiat 126 rubata carica di esplosivo viene fatta saltare in aria in via D'Amelio al civico 21 di Palermo, causa di un' esplosione disastrosa il cui fumo denso e nero porta via con sé il giudice Borsellino e i cinque uomini della scorta che lo accompagnava, fra cui era presente la giovane Emanuela Loi, una delle prime donne italiane poliziotto a fare parte di una scorta, oltre ad essere una fra le prime a perdere la vita in servizio.
Un attimo e queste sei vite vengono spezzate da un ennesimo attento mafioso che non conosceva altro modo per imporre la propria volontà se non con la prepotenza e crudeltà.
Un giorno, il 19 luglio, che nessun italiano può dimenticare e che resta una delle date più dolorose da ricordare ma che allo stretto tempo è un esempio si giustizia che non si macchia ma resta libera ed eterna, un esempio da seguire non solo in ambito politico ma anche quotidiano.
Di seguito propongo una mia poesia dedicata a Paolo Borsellino e alla sua scorta.
Via D'Amelio
Quel sole cocente di luglio,
un occhio infuocato nel cielo,
che irradiava quella strana giornata,
ardente come l' indomabile fiamma
che brucia nell' anima onesta e caparbia
di chi lotta in nome della giustizia e della speranza.
Con indomito coraggio,
in un alveare di cinque anime candide,
camminava a testa alta fra i leoni
avanzando con consapevolezza,
pronto a compiere un nuovo passo
e a sfidare il potere delle corruzioni.
Quel pomeriggio dal sapore amaro
il nemico invisibile la vita ti ha levato,
un sacrificio che profumava d'onore,
un esempio di eterna, libera ribellione
di chi ha da sempre lottato senza esitazione
contro la spietata piovra oscura
che miete vittime senza paura alcuna.
Ha piantato il seme della ragione
in un modo reso alla corruzione,
una vita che è un esempio assai caro
capace di imprimere le tracce
per costruire un sentiero di onestà e coraggio.
Quel 19 luglio maledetto
è un ricordo che lacera il petto
provocando rabbia e dolore
ma che cela in sé un canto d'onore
dedicato alla giustizia che non cede
e che mai e poi mai si corrompe.
Per ogni anima persa
sorge con coraggio una nuova alba
il suo nome con speranza risuonerà:
Paolo Borsellino
un eroe che mai sparire potrà!
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